Artravelling: Dorothea Tanning: Donne nell'Arte del Novecento

lunedì 30 novembre 2020

Dorothea Tanning: Donne nell'Arte del Novecento



"L'arte è sempre stata la zattera su cui ci arrampichiamo per salvare la nostra sanità mentale."

Lasciata alle spalle la magia alchemica Leonora Carrington introduco volentieri Dorothea Tanning, esponente del surrealismo che poco si sentiva un’artista surrealista e non voleva esserne etichettata. A modo suo ha sempre difeso il lavoro artistico delle sue colleghe, cercando di valorizzare le donne all’interno di un movimento profondamente maschilista. Apprezzava il lavoro di Marcel Duchamp e si rendeva conto di come aveva cambiato il mondo dell’arte lasciando gli altri a cercare di ricostruirsi un’identità artistica interessante. Lei l’aveva trovata nelle atmosfere oscure dei suoi sogni, dense di simboli e presenze a volte angoscianti, ma in una costante evoluzione personale.

"Ecco un nuovo lavoro. Non chiedetemi di spiegarlo, penso non sia possibile, io dipingo e possono solo descriverlo... come un viaggio".

Dorothea Tanning nasce in una famiglia di origine svedese, nel 1910 a Galesburg, Illinois. Sin da giovane la sua propensione per l’arte la porta a studiare all’Art Institute of Chicago. Lascia la sua città natale quando si rende conto che lì mai nulla sarebbe successo tranne fare da tappezzeria (cit). La sua infanzia fu repressiva e tediosa e la fuga verso New York fu inevitabile. Trova presto lavoro come disegnatrice pubblicitaria. Nel 1936 visita la mostra “Fantastic Art, Dada, Surrealism” e nel 1942 si unì al gruppo di surrealisti newyorkesi formatisi attorno ad André Breton.
La Tanning incontrò Ernst per la prima volta a una festa nel 1942. Successivamente lui si recò al suo studio per aiutarla a scegliere il lavoro da includere nella mostra del 1943 di “31 women” alla galleria “Art of This Century di New York” di proprietà di Peggy Guggenheim, la moglie di Ernst all'epoca. Come racconta nelle sue memorie, rimase incantato dal suo iconico autoritratto Birthday, a cui lui stesso diede il nome vedendolo. 

Birthday, 1942. Il quadro è sostanzialmente un autoritratto. La sua figura si erge con vigore e sfrontatezza. Si presenta come un'artista-maga, con il potere di trasformare il mondo attraverso l'immaginazione e i sogni. Il costume è sempre stato un mezzo per cambiare carattere, ma Tanning lo esalta, con la gonna fatta di corpi nudi che si trasformano in rami. Lei apre una porta dietro cui si susseguono tantissime altre porte aperte. Un senso di inquietudine pervade il quadro. Questo dipinto è una dichiarazione di intenti: sulla reinvenzione artistica, dal realismo dell'autoritratto a un mondo surreale pulsante di energia e il suo richiamo a nuove avventure. Il concetto di rinascita è stato fondamentale per Tanning per tutta la vita.
La sua prima produzione artistica è profondamente influenzata dal surrealismo e si arricchisce di temi autobiografici, ma come donna e soprattutto come artista lei rifiutava che le fosse applicata un’etichetta. Voleva essere libera di usare tutti i mezzi per esprimersi, dalla pittura, alla scultura fino alla poesia. I simboli ricorrenti sono le porte, i girasoli giganti, giovani ragazze a volte trasformate in bambole o manichini, cani anche antropomorfi. Diventa quindi una delle prime donne che osa ribaltare il punto di vista erotico nell'arte. I suoi dipinti esprimono le fantasie delle donne, considerate come un individuo a sé stante e non più solo come proiezione del desiderio dell'uomo. In effetti, le donne che ruotano attorno ai surrealisti sono quasi tutte legate ai pittori come musa o moglie e corrispondono ai criteri estetici e mentali propri del movimento: non sono donne "per bene", buone madri e mogli fedeli, ma devono essere belle, affascinanti, disponibili e senza inibizioni.

“Tieni un occhio sul tuo mondo interiore e tieni lontano dalla pubblicità, idioti o stelle del cinema.”



Eine kleine Nachtmusik ("Piccola serenata notturna")

Dello stesso periodo è Children's Games, in cui anticipa il soggetto di Eine kleine Nachtmusik, in cui bambine/bambole strappano la tappezzeria in un lungo e inquietante corridoio. Negli strappi si aprono squarci che risucchiano i capelli delle bambine quasi volessero portarle in un’altra dimensione. In fondo al corridoio si può intravedere una porta aperta verso un paesaggio sereno, che sembrerebbe una plausibile via di fuga.
L'arte di Tanning è piena di case infestate e di eventi sinistri e inspiegabili che devono tanto ai romanzi gotici. Nel suo dipinto del 1943 Eine Kleine Nachtmusik, rappresenta un momento onirico di cui il titolo da indizio sul tempo in cui presumibilmente accade. In un lungo corridoio in un vasto ed echeggiante hotel si trovano due figure alle prese con un girasole gigante. Due bambine o due bambole interagiscono in maniera diversa con il fiore: una lo osserva mentre l’altra esausta o dormiente si appoggia ad una porta dopo averne strappati alcuni petali. Una porta si apre per rivelare un bagliore all'interno: le altre stanze sono cupamente chiuse. Una ha i capelli che scorrono verso l'alto come se fosse sott'acqua. La sensazione è di non poter dare un vero significato plausibile all’immagine perché si tratta di un sogno e come tale si può solo sentire la nostra parte inconscia senza necessariamente darne un ordine logico.
Aveva perfettamente senso per Tanning passare dalla pittura di questo capolavoro pionieristico a installazioni artistiche. Le scale e le porte, gli armadi e le rovine che popolano i suoi primi dipinti trovano claustrofobia e disagio nelle strutture che ci circondano. Quell'ossessione per gli edifici ossessiona l'intera tradizione gotica, ma per Tanning è anche una dissezione rabbiosa della "normale" casa borghese e dei prigionieri che contiene. Nel quadro Family Portrait immagina un ritratto di famiglia a tavola in cui l’uomo è raffigurato come un’enorme figura con gli occhiali a specchio giganteggia tra gli altri componenti, con aria minacciosa ed opprimente.

“A Mrs. Radcliffe Called Today ", è un altro dipinto che deve molto al movimento surrealista. È un omaggio ad Ann Radcliffe, la scrittrice gotica del XVIII secolo che scrisse I misteri di Udolpho. Il dipinto di Tanning raffigura un muro di un castello e un contrafforte volante. Un fantasma cammina davanti al castello con il fuoco come testa. I suoi capelli disincarnati sembrano essersi materializzati in un arco. Tanning non è stata la prima surrealista a dichiarare il suo amore per i romanzi gotici.
Lei non spiegò mai completamente cosa rappresentavano le visioni dei suoi quadri, le sue disturbanti fantasie notturne e incubi. La musica ha un ruolo importante. I suoi primi quadri surrealisti sono autobiografici e personali: le bambine rappresentate sembrano indossare maschere o sono bambole. Le immagini trasmettono una forte ansia subconscia. Le immagini forse vogliono rimandare ad un evento traumatico della sua infanzia, ma rimane un mistero questo prodotto della psyche. 

Nel 1943 prima che Max Ernst ottenesse il divorzio passarono l’estate insieme a Sedona, in Arizona. Questo luogo segna per lei un momento molto importante di cambiamento ed evoluzione tanto che affermò:

“La mia vita si può dividere in due parti, prima e dopo Sedona.”

Parlando della sua relazione con Ernst in un'intervista, Tanning ha detto: "Ero una solitaria, sono una solitaria, buon Dio, è l'unico modo in cui posso immaginare di lavorare. E poi quando ho incontrato Max Ernst, era chiaramente l’unica persona di cui avevo bisogno e, ti assicuro, non abbiamo mai, mai parlato di arte. Mai. " Nell'ottobre 1946, si sposarono a Beverly Hills contemporaneamente al fotografo Man Ray e Juliet Browner. La coppia si trasfese a Sedona, dove gli alti paesaggi desertici li ispirarono e ricordarono le immagini precedenti di Ernst. Nonostante fosse una località remota e popolata da meno di 400 allevatori, frutticoltori, commercianti e piccole comunità di nativi americani, la loro presenza contribuì a dare vita a quella che sarebbe diventata una colonia di artisti americani. Tra le monumentali rocce rosse, Ernst costruì a mano un piccolo cottage su Brewer Road e lui e Tanning ospitarono intellettuali e artisti europei come Henri Cartier-Bresson e Yves Tanguy. Sedona si è rivelata un'ispirazione per gli artisti. 

Endgame (1944) è uno splendido esempio di simbolismo non troppo criptico che vuole rappresentare un momento della sua vita. Una scarpetta da sposa, come regina degli scacchi, schiaccia una mitra da vescovo, l’alfiere, vincendo la partita ed abbattendo la torre. Questa vittoria apre uno squarcio in un paesaggio nuovo e sconfinato. La regina domina, non il re. Ha dipinto questo quando stava ottenendo il divorzio, proprio come Ernst stava divorziando da Peggy Guggenheim. Per quanto bohémien fossero, la convivenza prima del matrimonio era ancora disapprovata.
Associamo sempre gli scacchi a Duchamp, ma gli scacchi hanno unito la Tanning ed Ernst. Pensiamo agli scacchi come a qualcosa di abbastanza strategico, ma lei li ha descritti come qualcosa di molto intimo e significativo per la sua vita. Penso che sia adorabile, se pensi a due amanti che si scambiano pedine tra loro. È un bel esempio surrealista per il suo messaggio contro la famiglia tradizionale. Successivamente la sua tecnica si affina e nei suoi quadri si intensifica l’atmosfera cupa e onirica del primo periodo. Ritornano i simboli ricorrenti, come la bambola, sempre terrificanti e portano echi che sembrano autobiografici di un’infanzia lacerata. Soprattutto Maternity del 1947, The Guest Room del 1950-52 e Intérieur del 1953. Proprio per Maternity Max Ernst scriveva:

In abito bianco e glorificato di lacrime putride
da parole infantili e da liquori
credenza popolare
credenza popolare come te e me
dall'autorità soddisfatto
e triste fertilità
... o ci lasceremo in silenzio
Casualmente la porta ...

Queste suggestioni stridono contro la realtà della vita quotidiana della Tanning, una vita felice, un matrimonio solido e soddisfacente, un connubio artistico che si protrarrà per molto anni in una produzione feconda e sempre volta al rinnovamento mentale. Si divertiva molto con la sua arte e giustificava i suoi soggetti parlando di sogni che tutti fanno ed a volte si trasfomano in incubi senza esserne direttamente responsabili o consapevoli.

Insomnias del 1957. A metà degli anni Cinquanta, il suo lavoro cambia radicalmente. Come spiega, “intorno al 1955, i miei quadri sono letteralmente scoppiati ... ho rotto lo specchio, si potrebbe dire.” Lo specchio a cui si riferisce e con il quale vedeva la sua arte dopo aver dipinto nel 1957 Insomnias, un suo quadro particolarmente significativo. Annunciato da Nue endormie (Sleeping Nude) del 1954, con queste parole: “Andare avanti con le immagini meticolose sarebbe stato una sorta di congelamento. Dovevano esserci altri modi, più mobilità, come sperimentare il tempo, e ho iniziato a spostare le cose, allungare un'area, condensarne un'altra, più uno sforzo di suggestione che di affermazione.” In quella tela la Tanning ha rappresentato lo spostamento di energie creative che nascono comunque dall’inconscio, sempre suggestivi della forma femminile.
Quindi dopo un periodo di pittura di immagini dirette e semplici come affermazione, le sue composizioni dipinte iniziarono a spostarsi e fondersi in una complessità di piani sempre più intensa. Il colore era ormai una prima prerogativa. Inoltre, non sarebbe del tutto lì, immediatamente. Voleva condurre l'occhio in spazi che si nascondevano, si svelavano, si trasformavano tutto in una volta e dove ci sarebbe stata un'immagine inedita.
Queste opere prismatiche realizzate con la stessa preoccupazione per l'enigma che ha sempre perseguito. La rivelazione era qualcosa di importante per la partecipazione dello spettatore che usufruisce delle immagini. Voleva fare una foto che non si mostrasse tutta in una volta ma da scoprire lentamente e che sarebbero quasi dei caleidoscopi che brillerebbero in qualcosa di nuovo ogni volta che li si osserverebbe. L'evoluzione del suo stile artistico è evidente ed emozionante. Il colore la fa da padrone e via via si intensifica fino a raggiungere la luminosità delle vetrate. I corpi ancora riconoscibili di confondono nella pittura sinuosa, in un movimento sensuale. La pittura non è completamente astratta e tra le forme emergono figure significative che si semplificano, si sciolgono e fluttuano su fondo immateriali.

Questa produzione prosegue per tutti gli anni 60. Si potrebbe pensare che data la sua età questo stile segni inesorabilmente la conclusione di una pur lunga carriera artistica. Invece improvvisamente verso la fine di questi anni decide di rimettersi in gioco con una nuova sfida. La trementina l’ha definitivamente stufata e si apre alla scultura ma a modo suo. Inizia a sperimentare con materiali innovativi come la stoffa, la seta e la pelliccia. Come anima delle sue sculture utilizza l’imbottitura da divani o le palline da tennis. 

Un primo esperimento di realizza con la scultura Étreinte del 1969. Il soggetto si ispira a tanti suoi quadri e disegni, dove due corpi di materiali diversi (lana e pelo) si incontrano e si abbracciano con un movimento sinuoso. I materiali sono fragili di proposito, destinati a decadere, come il corpo umano. Sei distaccato dalla nozione di "durata", dalla sopravvivenza "del tuo lavoro o ti senti obbligato a sfidare l'impulso sottostante a preservare che esiste nell'arte? Queste sculture mostrano un tale distacco. In effetti, dureranno più o meno quanto una vita umana - la vita di qualcuno "delicato". Ma non è una sfida, anche se trovo che essere ossessionato dalla durabilità di un'opera non mi attiri. Mi viene spesso detto: "Che peccato che le tue sculture non siano più solide". Potrebbero anche dire "morto" o "paralizzato". No, mi dispiace per loro che sia dovuto andare in quel modo. Ma lo ha fatto. Quando ti innamori non chiedi all'amato: "Quanto tempo vivrai?"

Hôtel du Pavot, Chambre 202 del 1970-73 Dopo vari esperimenti che lei stessa definisce come "un'intensa avventura quinquennale nella scultura morbida", concentrandosi su un corpo di opere tridimensionali in tessuto, realizza un’istallazione completa, che ricostruisce una camera d’hotel completa di mobili, in cui strane figure di pezza sbucano dalle pareti, in un’atmosfera oscura e macabra. Le statue di cui è composta sono prodotte in stoffa e imbottite come bambole di pezza, prese lontano da questo contesto sembrano morbide e rassicuranti, ma in quella stanza sono inquietanti. L’ispirazione per questa opera deriva da una canzone popolare nella sua infanzia, scritta negli anni '20. La canzone lamenta il destino di Kitty Kane, ex moglie di un gangster di Chicago, che si è avvelenata nella stanza 202 di un hotel locale. Ci sono diversi versi ma queste sono le parole che ricorda ...

Nella stanza duecentodue
I muri continuano a parlarti
Non ti dirò mai cosa hanno detto
Quindi spegni la luce e vieni a letto.

Max Ernst more il 1 aprile 1976 e Dorothea dove affrontare un futuro solitario. "Vai a casa", dicevano i tubetti di vernice, le tele, i pennelli. Tornando negli Stati Uniti alla fine degli anni '70 si dedica ancora alla pittura, realizzando diversi quadri, ma soprattutto alla poesia, pubblicando regolarmente su diversi giornali. 

In un'intervista del 2002 in risposta a: "Allora, cosa hai cercato di comunicare come artista? Quali erano i tuoi obiettivi e li hai raggiunti?" la Tanning risponde: "Sarei soddisfatto di aver suggerito che c'è più di quanto sembri." Sicuramente si è dimostrata un’artista completa, moderna e rivolta costantemente all’evoluzione del suo pensiero. Pochi hanno continuato ad innovare, ricominciando se necessario, per mettersi alla prova e per crescere. 

Link
https://www.dorotheatanning.org/


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