Ho ascoltato parecchie interviste della Saville prima di vedere la sua mostra a Firenze. Conoscevo la sua opera ma non ne avevo mai approfondito il pensiero. Oltre all'interesse suscitato, ho notato come spesso gli intervistatori si ponessero di fonte a lei con due argomenti principali: lo stupore per il fatto che una donna potesse dipingere quadri di grandi dimensioni (come se Grace Hartigan o Helen Frankenthaler, per citarne due, non facessero anni prima lo stesso) e il fatto che le sue opere vengano vendute a cifre notevoli durante le aste. Le sue opere e il suo lavoro rivelano una profonda consapevolezza, sia intellettuale che sensoriale, di come il corpo è stato rappresentato nel tempo e attraverso le culture, di come viene percepito e spesso oggettizzato.
Nata a Cambridge nel 1970, la Saville ha frequentato la Glasgow School of Art, trascorrendo successivamente un periodo all'Università di Cincinnati. I suoi studi si sono focalizzati sulle imperfezioni della carne, sollevando interrogativi sulla percezione della società del corpo, con tutte le sue implicazioni sociali e tabù. A New York la Saville ha potuto osservare un chirurgo plastico al lavoro. Lo studio della ricostruzione della carne umana è stato formativo nella sua percezione del corpo. Questi studi hanno alimentato le sue riflessioni sui modi infiniti in cui la carne viene trasformata e sfigurata. Riesce così a creare un metodo nuovo e stimolante per dipingere nudo femminile e reinventare la pittura di figure per l'arte contemporanea. In un’intervista ha dichiarato “Mi è sempre importato di più che il mio lavoro fosse potente piuttosto che essere bello e spaventato dalla bellezza. Questo mi parla davvero a livello personale, incapace di rompere con le aspettative irrealistiche di fare qualcosa definito come 'bello'.” La Saville era affascinata da questi dettagli fin da quando era bambina; affascinata dall'opera di Tiziano e Tintoretto, dagli studi anatomici di Michelangelo e dal lavoro di artisti moderni come Henri Matisse, Willem de Kooning e Pablo Picasso. Nel 2018 il dipinto “Propped” (1992) è stato venduto da Sotheby's a Londra per £ 9,5 milioni, al di sopra della sua stima di £ 3-4 milioni, diventando l'opera più costosa di un'artista vivente venduta all'asta.
Come al solito ho realizzato il ritratto per copertina del post con le gouache, cercando di ricreare un poco lo stile della Saville, ed è stato molto interessante notare la sua incredibile libertà del tratto e la perfetta conoscenza dell'anatomia dei volti, rivelata da colpi di pennello sicuri e colori brillanti.
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