Louise Lawler(1947) è una pittrice americana nata a Bronxville, New York, che vive e lavora a Brooklyn. Il suo lavoro verte sul tentativo di sottolineare con la fotografia la diversa realtà dell'arte, di come l'arte agisca sulla realtà. Un punto di vista nuovo e fresco per riflettere sul condizionamento delle immagini imposte dall'arte sulle immagini stesse poi riprodotte. Mediante le sue immagini commenta il modo in cui l'arte viene vissuta, esposta, archiviata ma anche ignorata. Mostra significati in elementi che spesso vengono ignorati, sia dell'opera d'arte che della realtà attorno alla stessa opera; dell'interazione tra artista, opera e fruitore finale domandandosi la visione reale di quest'ultimo verso l'opera prodotta. Con astuzia sfrutta le immagini altrui per sottolineare questa visione in un sistema artistico dalle sue regole complesse. Lawler dirige lo sguardo verso le frange dell'arte, per così dire, creando sottili commenti di una casualità poetica attraverso composizioni che si distinguono per il loro approccio formale e per la loro eccentricità. Perchè il lavoro ha preso la forma di un'immagine? perchè l'artista, oggi, continua a produrre immagini? Questa è la riflessione di partenza, questione ancora aperta e sempre attuale. Chiamare in causa chi guarda, nell'epoca della partecipazione interattiva del web, sta diventando quasi un atto imposto, subito. Nel caso della Lawler significa continuare a tendere la mano, uno sforzo per uscire dall'inutilità del discorso autoreferenziale, Che si basa esclusivamente su sé stesso e sui propri desideri, non curandosi dei rapporti con altre realtà. Le immagini quindi possono avere più di una vita e sottolineare il loro carattere relazionale, intenzionale, fortemente legato all'idea che vuol comunicare.
Verso la fine del XX secolo l'infiltrazione delle immagini, anche subdola, nelle comunicazioni di massa sta cambiando il tessuto della realtà, al punto che la realtà è diventata in ampia parte immagine. Poichè vediamo il mondo fotograficamente anche la critica può assumere forma di immagine, trasformando l'opera in stretta divulgazione di un'idea a prescindere dal soggetto dell'opera stessa. Alla Lawler non interessa che l'opera rispecchi la realtà, o che tenti più o meno di imitarla, ma pone l'accento sul coinvolgimento di chi osserva, le ricadute del gesto artistico al di là dell'ambiente in cui è prodotto, lo stimolo del pensiero critico, la collaborazione tra l'idea dell'artista e la visione del fruitore finale.
Verso la fine del XX secolo l'infiltrazione delle immagini, anche subdola, nelle comunicazioni di massa sta cambiando il tessuto della realtà, al punto che la realtà è diventata in ampia parte immagine. Poichè vediamo il mondo fotograficamente anche la critica può assumere forma di immagine, trasformando l'opera in stretta divulgazione di un'idea a prescindere dal soggetto dell'opera stessa. Alla Lawler non interessa che l'opera rispecchi la realtà, o che tenti più o meno di imitarla, ma pone l'accento sul coinvolgimento di chi osserva, le ricadute del gesto artistico al di là dell'ambiente in cui è prodotto, lo stimolo del pensiero critico, la collaborazione tra l'idea dell'artista e la visione del fruitore finale.
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