Artravelling: Digital Art: L'imitazione dell'Arte Tradizionale con strumenti digitali

giovedì 6 luglio 2023

Digital Art: L'imitazione dell'Arte Tradizionale con strumenti digitali



Imitare il processo pittorico degli artisti tradizionale (quelli con la tela e il grembiule sporco di colore) utilizzando strumenti digitali (pulite e profumate tavolette grafiche che supportano pc con altrettanto puliti e profumati programmi di grafica) è possibile? Vale meno un lavoro artistico digitale da uno “manuale” o “artigianale”. A prescindere dal discorso delle copie infinite che si possono creare di un lavoro digitale, degli NTF o della proprietà intellettuale, un’opera digitale può essere considerata alla stessa altezza di un’opera materialmente dipinta?

Ipoteticamente direi di sì, visto il fiorire di gallerie d’arte specializzate in vendita di prodotti digitali (per fare un nome la mia tanto amata Saatchi Gallery) ma in pratica ancora è vista come qualcosa di troppo nebuloso nella forma e di troppo facile/divertente nella realizzazione, e troppo accessibile a tutti per essere considerata una forma d’arte di tutto rispetto. D’altra parte anche altre espressioni artistiche da me fortemente considerate Arte come i fumetti o alcuni videogiochi vengono spesso relegati a un ruolo di secondo. D’altra parte anche quando nacque la fotografia, la prima vera rivoluzione in campo artistico cha ha contribuito a velocizzare l’arrivo dell’arte contemporanea ad oggi.

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L’arte digitale è una novità che si sta evolvendo in tempi record grazie alla continua evoluzione tecnica a cui stiamo assistendo senza essere realmente consapevole dei passi avanti che sta compiendo intorno a noi, considerando che la prima tavoletta grafica per computer di casa è stata la KoalaPad , rilasciata nel 1983. Per assurdo nel mondo dell’Arte è sempre stata una nuova generazione a portare avanti il cambiamento e l’evoluzione nonostante la vecchia fosse reticente ad accettarla.




Il movimento impressionista ha bruciato i ponti con il passato e aperto la via alla ricerca artistica moderna, si è formato intorno allo studio fotografico di Nadar. Difficile dire con precisione l’interesse artistico dei pittori riguardo la fotografia: è certo che uno dei moventi della riforma della pittura fu il bisogno di ridefinire l’essenza e le finalità in rapporto al nuovo strumento di ripresa meccanica della realtà. Non è escluso che già il realismo di Courbet sia stato influenzato dalla presenza attiva (nella sua vita creativa e nel suo pensiero) del movimento fotografico francese che in alcune circostanze ha anticipato le idee espressive del pittore e la sua capacità di riportare la natura da forma puramente simbolica a espressione di verità.

Come per l’arte digitale vs l’arte tradizionale, il problema del rapporto tra le tecniche artistiche e le nuove tecniche industriali si concreta, specialmente per la pittura, nel problema del diverso significato e valore delle immagini prodotte dall’arte e di quelle prodotte dalla fotografia. Oggi l’accessibilità alla fotografia per chiunque la rende uno strumento scontato così come può essere scontato l’uso di programmi di grafica per la produzione di opere artistiche che imitino l’opera artistica tradizionale. Tanti si chiedono se il fatto di produrre un disegno o un dipinto su un supporto digitale valga quanto la produzione tradizionale che implica l’utilizzo di una serie di materiali e una specifica istruzione in campo artistico. Questa facilità di impiego, che porta con sé un notevole aumento della parte ludica e alleggerisce tutta la parte noiosa della preparazione dei materiali (nonché la pulizia finale!), viene vista come qualcosa di troppo “facile” per essere paragonata alla vera produzione di opere d’arte degne di questo nome. 

Come la fotografia ha liberato il pittore dalla mera copia del mondo reale per permettergli di dedicarsi esclusivamente alla sua attività spirituale che non può essere sostituita da un mezzo meccanico: una pittura liberata dal compito tradizionale di “raffigurare il vero” tende a porsi come pura pittura, pura interpretazione artistica della mente dell’artista. Tanti pittori, come Toulouse-Degas, Lautrec e Courbet, sin dalla creazione del mezzo fotografico si sono avvalsi di fotografie come spunto per le loro composizioni. Poter fermare nel tempo la scena da riportare sulla tela ed averla a disposizione nel proprio studio in qualsiasi momento della giornata era un gran vantaggio. 




I vantaggi dell’arte digitale sono evidenti: è veloce, sempre e ovunque disponibile (se il supporto è carico), pulita e senza vincoli di materiali, comoda da condividere immediatamente sul web, con un cliente per le revisioni o per essere trasportata nel mondo reale con una stampante. Dai primi tentativi con programmi di grafica tipo Paint, oggi ci si può avvalere di un’Ai che imita perfettamente i tocchi di pennello di Monet e rendono i nostri lavori “Painterly look”! 

Ma per essere considerata degna della pittura tradizionale l’arte digitale deve per forza imitale la tecnica dei maestri? Penso che in questo caso solo il gusto personale possa decidere. 

Per ottenere un effetto tradizionale nelle nostre opere si può iniziare procedendo con gli stessi passi che si compirebbero eseguendo un lavoro su carta o tela. Sulla tela bianca si crea un fondo interessante con un colore neutro caldo tipo una terra o un’ocra (anche rossastra). Poi si schizza velocemente il soggetto e si delineano le masse principali di colore, definendo subito le parti in ombra, per poi modellarne i contorni ma senza soffermarsi troppo sui dettagli. Si procede aggiungendo colore per creare un effetto materico interessante grazie alle varie gradazioni di colore. Infine si definiscono i particolari ed aggiungono le alte luci. 

Questo metodo tende a limitare apposta i livelli. A seconda di una scelta personale si possono usare infiniti livelli. Ognuno di essi permette di riprendere parti dell’opera e di sistemare gli errori e apportare correzioni strutturali o di colore. Ha certo la sua utilità ma contemporaneamente credo che la lunga fase di organizzazione che precede la creazione di livelli coerenti possa influire sulla spontaneità
Per un approccio coerente al supporto digitale in fase iniziale dell’opera, l’utilizzo di uno bozzetto iniziale è fondamentale. Lo sketch permette di ragionare sull’idea e sulla sua realizzazione, avendo ben chiari quali passi fare per raggiungere l’obbiettivo finale. Uno studio tradizionale aiuta sicuramente la realizzazione di un’opera digitale.

Quando si lavoro su carta o tela si ha a disposizione un solo livello su cui viene aggiunto il materiale. All’inizio usare tanti livelli è un modo per avere una rete di sicurezza. Spesso non si è sicuri del processo, non potendo vedere il risultato finale mentre si lavora si può pensare che non si stia andando dalla parte giusta per un risultato soddisfacente. All’inizio seguire il metodo tradizionale usando i pennelli in maniera espressiva, aggiungendo e modellando il colore scordandosi degli altri strumenti, cercando di risolvere i problemi come farebbe un pittore tradizionale.

Un trucco molto semplice, ma di grande resa per già dare una sensazione di tradizionale al foglio digitale, è quello di applicare una texture evidente di un foglio di carta a grana grossa o che dia la sensazione della ruvidità della tela. Sperimentare con diversi tipi di texture aiuta a creare effetti sempre diversi e mai monotoni. Questo trucco va applicato anche ai pennelli: usare lo stesso pennello per tutto il disegno rende monotono il tratto e poco interessate la resa stessa della stesura dei colori.

Evitare di usare effetti speciali che spesso creano un brutto effetto artificiale e fan sembrare il lavoro statico e “freddo”, ottenendo un risultato tipo illustrazione piuttosto che pittorico, perdendo in termini di personalità e stile. Scegliere un soggetto semplice, un’immagine che non contenga troppi particolari o superfici diverse, tenere sempre d’occhio la totalità dell’opera senza fissarsi all’inizio sui particolari. Cerca di non usare scorciatoie, gradienti o riempimenti lineari; cercare di evitare azioni automatiche del programma ma usare tocchi di pennello che costituiscano una “materia modellabile” i cui effetti di colore siano creati dalla sovrapposizione di toni di colore. Sarà poi la scelta dei colori e dei giusti contrasti caldo/freddo, chiaro/scuro, primari/complementari a rendere interessante il risultato finale. Un lavoro espressivo di diversi tipi di pennelli e la scelta di colori e tonalità ragionate possono avvicinare il risultato finale alla pittura tradizionale. 

Può aiutare lo studio delle palette dei grandi maestri della pittura classica. Molti di loro usavano una palette limitata e basata su armonie di colori. Anche in questo caso il gusto personale nella scelta dei propri pittori favoriti permette di creare un proprio gusto e un proprio stile, sia in termine di stesura che in termine di scelta stessa dei colori. Un aiuto efficace per estrapolare le palette dai quadri dei grandi maestri è il sito HDrainbow, che permette semplicemente trascinando un’immagine e di ottenerne la palette principale. Il colore è uno dei soggetti principali dell’opera e va studiato con attenzione.


Riassumendo:

  • Impiegare un approccio tradizionale all’arte digitale
  • Pochi livelli: anche uno solo, in cui sfogare la propria creatività.
  • Una palette limitata e studiata in anticipo: studiare gli artisti del passato aiuta nella scelta dei colori da usare, la loro esperienza può essere la base di un buon stile personale.
  • Usare come fondo la texture di una tela o di un cartoncino per dare spessore
  • Non usare effetti artificiali (gradienti, riempimenti ecc): limitare gli strumenti digitali a favore della propria manualità, del tocco fisico creando un effetto costruito manualmente e non dal programma.
  • Utilizzare diversi tipi di pennelli: molto programmi oggi permettono anche di creare i propri pennelli per ottenere un effetto ancor più personale ed originale
  • Cercare di non utilizzare il comando “CTRL+Z” o UNDO ma correggere con il colore


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